Si ritiene che le cause dell’infertilità attribuibili alla donna determinino approssimativamente il 35% dell'infertilità di una coppia e rispettivamente la stessa percentuale (35%),si attribuisce a cause maschili. Tuttavia, la probabilità d’infertilità combinata della coppia è del 20-30%. I più comuni fattori d’infertilità femminile sono i seguenti:
ETÀ
L'età è il fattore principale che aumenta il tasso di infertilità nelle donne. Il ritardo nell'avere figli è dovuto allo stile di vita moderno, con i motivi professionali ed economici a esserne i principali fattori. Gli studi hanno dimostrato che le donne prendono in considerazione la nascita di un figlio dopo i 35 anni. Questo fatto, tuttavia, potrebbe essere dovuto anche alla mancanza d’iinformazione sull’importante ruolo svolto dal fattore età sull’infertilità della donna.
Questo fatto, tuttavia, potrebbe essere dovuto anche alla mancanza d’iinformazione sull’importante ruolo svolto dal fattore età sull’infertilità della donna. Con il passar del tempo la quantità e la qualità degli ovociti si riducono e, di conseguenza,la capacità di fecondazione si riduce del 35% - 45% all'età di 35 anni. Quantitativamente al momento della sua nascita, la donna ha un numero fisso di ovociti (1-2 milioni). Questo numero diminuisce (300 - 400 mila) dopo l’adolescenza (20 anni). Di questi ovociti solo l' 1% - 2% (secondo l’organismo) maturerà e passerà alla fase di ovulazione. Qualitativamente gli ovociti si deteriorano con il passar del tempo, aumentando così la difficoltà della fecondazione. Al contrario i problemi cromosomici aumentano. Il risultato è l'aumento del numero di aborti e della possibilità di bambini nati con certe anomalie.
FATTORE FALLOPPIANO
Il processo di fecondazione avviene principalmente nelle salpingi o tube uterine o tube di Falloppio. Qualsiasi disfunzione correlata al buon funzionamento o all'anatomia delle tube uterine può influire sulla fertilità della donna. In base ai sondaggi circa il 30% delle coppie con casi d’infertilità, è attribuito al fattore salpingeo.

I fattori più importanti sono:
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Tubeostruite (ostruzione del canale di Falloppio)
Gli spermatozoi passano attraverso le salpingi per fecondare l’ovulo, il quale in seguito procede verso l’utero dove sarà insediato come embrione. I motivi per cui possono ostruirsi le tube sono l’endometriosi, qualche infezione pelvica (malattie veneree), aderenze da interventi chirurgici precedenti, infezioni post-operatorie oppure particolari morfologie. Il metodo più sicuro per controllare la percorribilità delle tube ovariche è l’isterosalpingografia.
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Idrosalpinge
Si chiama idrosalpinge, il caso in cui l’“ostio” o sbocco addominale di una o di entrambe le tube si è occluso e presenta raccolta di liquido sieroso. Tale liquido e le sostanze tossiche da esso prodotte impediscono lo sviluppo e l’impianto dell’embrione, rendendo la salpinge non funzionale. In questi casi la fecondazione in vitro è il metodo più immediato e sicuro per affrontare le patologie e ottenere la fertilità.
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Aderenze peri-tubariche
Le adesioni sono dei collegamenti creati tra le superfici di due o più organi o tessuti che non sono normalmente collegati. La presenza di aderenze nelle tube di Falloppio e nelle ovaie influenza la mobilità dei tubi e il trasferimento dell'ovulo, riducendo così la possibilità di gravidanza e aumentando la possibilità di una gravidanza ectopica (extra-uterina). Il trattamento delle aderenze è chirurgico e contemporaneamente si prendono delle misure per ridurre la possibilità di riformarsi.
FATTORE OVARICO
Questo fattore è correlato al rilascio dell'uovo durante il ciclo (anovulazione) o alla carenza ormonale dopo l'ovulazione, determinando condizioni non ottimali per l'impianto dell'ovulo fecondato nell'utero (fase luteica inadeguata). I problemi associati alla normale funzione delle ovaie interessano circa il 20% delle coppie infertili.

I fattori più importanti sono:
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Sindrome dell’ovaio policistico
Questa sindrome è il disturbo ormonale ginecologico più comune. Circa l'8% delle donne in età fertile (12-45 anni) presenta questa sindrome che è principalmente dovuta ad anomalie ormonali quali la secrezione / funzione insulinica (iperinsulinemia) o l’eccesiva produzione di androgeni dalle ovaie (iperandrogenismo). Il tipo di trattamento dipende dai sintomi. L'aumento dell'esercizio quotidiano insieme alla perdita di peso (se necessario) migliora il metabolismo dell'insulina, che porta alla remissione dei sintomi. Gli androgeni in eccesso possono essere regolati con la somministrazione di pillole anticoncezionali e anti-androgeni. Se il sintomo consiste in mestruazione anomala(anovulazione) si possono somministrare progesteroni o pillole contraccettive.
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Insufficienza ovarica precoce
La combinazione di amenorrea (assenza di periodi mestruali), l’aumento delle gonadotropine e la riduzione degli estrogeni nel sangue, determina un’insufficienza ovarica precoce nelle donne di età inferiore ai 40 anni. In termini pratici, si tratta della menopausa che si verifica in età molto precoce e dà subito la stessa immagine clinica (amenorrea, vampate di calore, cambiamenti di umore, ecc.). Il disturbo del ciclo mestruale è il sintomo più comune di questa malattia e conduce le donne alla visita ginecologica. Il risultato della malattia è la produzione di pochi ovuli di scarsa qualità o l’assenza di produzione di ovociti. Per accertare la qualità e la conservazione degli ovuli, viene eseguito il controllo ormonale mediante analisi del sangue.
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Iperprolattinemia
Dopo la secrezione la prolattina viaggia nel corpo della donna attraverso il flusso sanguigno e il suo scopo principale è la produzione di latte materno. L'alta produzione di quest’ormone ha l'effetto di ridurre la fertilità, bloccando l'azione di altri due ormoni (FSH - GnRH), che sono responsabili dell'induzione dell'ovulazione e della maturazione degli ovociti. Viene diagnosticata mediante semplici esami di prolattina nel sangue e il trattamento per reinstaurarne l’equilibrio, se necessario, dipende dai casi.
FATTO INTRAUTERINO (endometriale)
Fanno parte di questa categoria tutte le patologie della cavità uterina. La principale conseguenza è di impedire l'impianto del feto all'interno dell'utero. Le cause più importanti sono:
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Polipi intrauterini (endometriali)
I polipi sono dovuti a un’eccessiva crescita delle cellule endometriali che rivestono l'utero. Circa il 5% delle donne dopo la menopausa e il 2% delle donne in età fertile, presentano la possibilità che un polipo endometriale possa essere maligno. Di solito i polipi endometriali sono asintomatici, ma il più tipico dei sintomi è l'emorragia a metà ciclo o durante la menopausa. La diagnosi si esegue mediante ecografia transvaginale e l’asportazione mediante isteroscopia, solitamente accompagnata da raschiamento dell'endometrio. Come accennato in precedenza, il tasso di malignità è molto piccolo e la posizione non è sempre dannosa, quindi la rimozione dei polipi non è sempre necessaria ed è lasciata alla discrezione dell'ostetrica.
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Fibromi

La crescita di fibromi è la più comune causa di aborti ricorrenti, soprattutto durante i primi tre mesi della gravidanza. Secondo la posizione, delle dimensioni e del numero, i fibromi contribuiscono alla riduzione della percentuale dell’impianto e/o all’aumento delle contrazioni uterine. È un’affezione abbastanza comune nelle donne tra i 25 ei 45 anni e maggiormente nelle donne senza figli. Tra i sintomi c’è un'emorragia aumentata in modo insolito (menorragia) e un dolore intenso durante il ciclo mestruale (dismenorrea). La rimozione dei fibromi è consigliata nei casi più seri, altrimenti i sintomi sono trattati con farmaci.
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Iperplasia endometriale
Il processo d’ispessimento dell'endometrio è controllato dagli estrogeni e dal progesterone. Se questi ormoni non sono in equilibrio, si determina un’eccessiva crescita delle cellule dell’endometrio con conseguente iperplasia. Questo rende l'utero non funzionale. Le donne con ciclo irregolare sono più inclini a questa patologia. La semplice iperplasia non è grave e può essere risolta con cure farmaceutiche (pillole contraccettive o farmaci progestinici). Le forme più complesse di iperplasia possono essere trattate mediante isteroscopia operativa.
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Adesioni endometriali
La causa principale di sviluppo delle adesioni endometriali, sono gli interventi chirurgici. Tra le cause non operatorie, sono da annoverare delle condizioni patologiche, infezioni o chemioterapie. Le aderenze endometriali sono caratterizzate dalla comparsa di tessuto cicatriziale nella cavità uterina, causato da lesioni o infiammazioni dell'endometrio. Il risultato potrebbe essere un'impossibilità d’impianto dell'embrione nell'utero e una maggiore frequenza di aborti. La diagnosi è eseguita attraverso controlli con isteroscopia diagnostica e il modo migliore per affrontarli è l'isteroscopia operatoria.

ENDOMETRIOSI

L'endometriosi è una malattia in cui il tessuto endometriale ectopico (cellule) si sviluppa in posizioni differenti dalla cavità endometriale. Le posizioni più frequenti, nelle quali si forma il tessuto ectopico, sono le ovaie, l'addome e le tube di Falloppio e, in casi più rari, la vescica e l'intestino. Si ipotizza, in base a ricerche, che il 18% delle donne in età fertile e il 30% delle donne affette d’infertilità soffrono di endometriosi. Le cause esatte della malattia non sono completamente note e si ritiene possibile la predisposizione genetica. L'endometriosi può causare dolore durante il rapporto sessuale, mentre c'è perdita di sangue in varie fasi del ciclo. La conseguenza della malattia è la scarsa qualità degli ovociti e la FIVET è considerata uno dei modi migliori per risolvere la situazione.